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All'inizio del volume IX dei Viaggiatori francesi in Puglia scriviamo: "Il nostro progetto mirava a collegare storicamente la Puglia all'Europa e al Mediterraneo, lungo l'asse della storia. Volevamo dimostrare che la nostra regione da sempre dialoga con il mondo conosciuto, offrendo ai viaggiatori stranieri le sue tradizioni, i suoi monumenti, le sue biblioteche, i suoi paesaggi, i suoi centri abitati, i suoi mari, le sue pianure e le sue colline e montagne, e soprattutto le sue genti. Dopo tanti anni di lavoro, possiamo dire che il progetto è riuscito. Esso è stato imitato in diverse regioni italiane, in Atenei piccoli e grandi, e sono nati altri centri di ricerche sul viaggio [...]. Così le indagini su questo tipo di letteratura si sono moltiplicate in maniera straordinaria, producendo frutti di primaria importanza". Questo decimo volume ne è una ulteriore prova. Al viaggiatore del nostro tempo si rivela sempre la Puglia dell'acqua e della pietra, la Terra d'Oriente e d'Europa, con la sua civiltà, la terra di Federico II, la regione del vino, dell'olio e del grano, un mondo di grandi tradizioni d'arte si offre all'ammirazione europea.